giovedì 10 settembre 2009
UN'IDEA SFUGGENTE CHE DESIDERA RIMANERE LIBERA
Arte é stata per anni una parola priva di un reale significato, almeno per quanto riguarda me. Meravigliosa, inafferrabile, arrogante, incomprensibile… Un’idea sfuggente che desidera rimanere libera.
Vediamo un po’ qual’è la definizione del vocabolario italiano.
ARTE: In senso molto generico, l’attività dell’uomo, in quanto capace di modificare la realtà per determinati fini. Con questo termine si intende ogni espressione viva e spontanea del proprio mondo interiore, astraendo dai modi e dai mezzi espressivi; in particolare si designano come “arte” la letteratura, l’architettura, la pittura, la scultura, la musica, il teatro, la danza, e recentemente la cinematografia.
Quali sono questi “determinati fini”?
Credo che nel mondo di oggi il fine principale non può essere altro che “comunicare”. Un uomo che riconosce la bellezza sente il bisogno di rappresentarla attraverso i suoi occhi. La trasformazione produce nuova bellezza che infonde negli altri nuovi stimoli per trasformarla e rappresentarla nuovamente. Un circolo inarrestabile che genera Amore.
Questo cerchio può chiudersi attraverso la filosofia dell’Open Source e in maniera più generica attraverso i fenomeni di sharing legali in rete.
Un artista che non riconosce questa nuova realtà, è da considerarsi passato, obsoleto, e di conseguenza lo sarà anche il significato della sua arte.
Le correnti artistiche si delineano di pari passo con i cambiamenti sociali, etici-morali e tecnologici della società. La tecnologia ha permesso l’avvento del cinema e della fotografia.
Anche le fruizioni dell’arte cambiano con gli sviluppi tecnologici. Proiettori modernissimi allestiscono le odierne esposizioni fotografiche, gli effetti speciali nel cinema fomentano nuovi generi (come il fantasy), e anche la letteratura ne risente (ricordo l’ultimo libro di De Carlo che ho letto, pieno di sms e e-mails).
Chi ignora queste tendenze, verrà inevitabilmente escluso, oppure si affermerà come outsider o fenomeno per i nostalgici.
Da quando ho scoperto Jamendo, trovo difficile ascoltare altra musica. Non sono le idee e la tecnica che mi fanno apprezzare questi musicisti, ma la loro genuina voglia di comunicare. Nella loro rappresentazione della bellezza, sono senza dubbio più avanti di chi vuole continuare a vendere i dischi come ai vecchi tempi, affidandosi a soliti famelici allibratori discografici.
Ispirarsi alla bellezza e ascoltare il “proprio mondo interiore” per rappresentarla è un processo che richiede purezza. Se si pensa alle vendite della propria opera, si rischia inevitabilmente di corrompere questa magica esperienza.
OGGIO HO ASCOLTATO: Changes in Mind dei Golden Down, duetto britannico che ci regala brillanti spunti acustici (anche se a volte un po’ scontati) e un sentore di psichedelia. Interessanti i richiami al folk. Consigliato per le mattinate tranquille, in odore di primavera.
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