sabato 12 settembre 2009

LA MUSICA NEL FANTASY

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Esiste un legame inscindibile tra la musica e il Fantasy.
La musica è la colonna sonora della nostra vita, e ai tempi in cui vivevo quasi essenzialmente di Fantasy, sapevo bene con cosa far suonare lo stereo.

Non esiste un vero e proprio genere Fantasy, anche se qualcuno ci ha provato a etichettare certe sonorità con questo nome. In compenso esistono centinaia di pezzi che lo richiamano.
Un tempo pensavo che solo il rock potesse rappresentare un ipotetico genere Fantasy, ma come molti altri punti di vista personali di un tempo (fatto di troppi dogmi), mi sbagliavo. Si può parlare di Fantasy anche col Jazz, col Pop, con l’Elettronica… insomma, con qualsiasi sound.
Ma partiamo dall’inizio.

Alla fine degli sessanta il Signore degli Anelli divenne il libro degli hippi, della filosofia del viaggio e dell’avventura, dell’ideale naturalistico di vegetariani e ambientalisti. I figli dei fiori erano gli elfi del nostro tempo, o almeno così credevano...
Curioso il fatto che come al solito in Italia non capimmo una benemerita mazza e il nostro bel librone divenne una sorta di manifesto per il pensiero “destroide” dei conservatori.
Ma lasciamo perdere le ideologie politiche, perché altrimenti non ne usciamo vivi!!!!

Dicevamo dunque dei movimenti culturali e ideologici della fine degli anni sessanta nel “western-world” e del ritorno del Fantasy come pensiero di protesta. Fu sulla scia di quello stesso movimento che riprese piede la produzione di questo genere letterario, che già aveva affascinato molti nella prima metà del secolo scorso.
L’idea del viaggio era si legata ai “viaggi allucinogeni” dell’LSD, ma non solo. Il viaggio riprendeva il discorso della beat-generation, da dove poi scaturì la protesta verso le imposizioni sociali di scuola-lavoro-matrimonio-figli.
Il legame con la musica era quindi scontato per l’epoca. Il rock era l’arma della ribellione, ancora troppo genuino per venire corrotto, come accadde di li a poco, dal sistema.

I primi richiami al Fantasy si intuiscono nei due movimenti paralleli della seconda metà degli anni ’60, da una parte la psichedelica dei primi Pink Floyd, Greatful Dead, Quicksilver, legata a quel famoso viaggio all’LSD di cui sopra, e dell’altra sonorità più folk da parte di gente come i Gryphon, i Fairport Convention e naturalmente i Jethro Tull, più interessata al romanticismo del pensiero fantastico.
Ma il rock puro dei Led Zeppelin è una testimonianza ineluttabile della presenza del Fantasy nella musica di quel periodo . Nel loro quarto e più famoso album citano apertamente le avventure di Frodo. Stiamo parlando di rock di chiara derivazione blues ed è quindi giusto ricordare anche i Deep Purple con album quali Taliesin e Stormbringer.

Ma è ormai l’era del progressive rock, che sventola apertamente la cultura Fantasy in molte sue rappresentazioni. Lo fanno i paladini Genesis con tutta la loro prima discografia almeno fino a Wind and Wuthering, i King Crimson con i primi due album ma anche dopo, gli Yes del dopo secondo album, con le loro surreali copertine di Roger Dean, i Camel con Lady Fantasy e le altre perle dell’album Mirage, i Rush con le opere Caress of Steel, Fly by Night (il pezzo Rivendell vi dice niente?) e 2112 (la carriera dei Rush è legata ai testi di Neal Peart, grande lettore e appassionato di Fantascienza e Fantasy, nonché immenso batterista!!!). Ma tutto il grande Carrozzone del Progressive era impregnato di Fantasy, non solo attraverso i testi, il più delle volte visionari e profetici, ma anche e soprattutto nelle melodie, sognanti e dilatate, con l’inserimento di esotici strumenti come il violino e il flauto.

In Italia la PFM sfornava pezzi come “L’isola di Niente” o “La Carrozza di Hans”, e il Banco se ne veniva fuori col “Giardino del Mago” tanto per rimanere in tema. E poi c’erano band come “Quella Vecchia Locanda” o “La Locanda delle Fate”.
Tutto incominciò a stuccare verso la seconda metà degli anni settanta e per fortuna arrivò il punk che come un uragano spazzò via tutto (non avrei mai detto una cosa del genere dieci anni fa!!! Come si matura!!!) Ma il punk servì davvero per rinfrescare l’aria a musicale, inutile fare!

Accanto al prog negli settanta c’erano anche le oscure sonorità dei Black Sabbath che secondo me hanno grosse reminescenze Fantasy (Sleeping Village, The Wizard), il rock degli Uriah Heep (Demons and Wizards è il loro album più famoso e la copertina ritrae uno stregone che lancia un incantesimo: SWAMP!!), i Rainbow di Blackmore e Dio (Lady of the Lake, Temple of the King), gli psichedelici Hawkwind con un meraviglioso concept dedicato a Elric, e il sound d’oltreoceano dei Kansas (più in ritardo, Leftovertur).
Potremmo poi addentrarci nel Kraut Rock tedesco o nel genere Zehul, ma non se ne uscirebbe vivi...

Negli anni ottanta il genere del sinfo-rock, nato dalle ceneri del prog, si affermerà (rimanendo comunque a livello underground) con i Marillion (da Sidmarillion) e i Pendragon, e avrà nuovamente chiare influenze Fantasy.
Ma negli anni ottanta è il metal a regalare le sonorità più epiche e a narrarci apertamente di mondi del fantastico. Iron Maden, Manowar ed Helloween su tutti, ma anche Metallica (se considerate Chtulhu parte della fantasy) e una serie sconfinata di gentaglia della quale però potrebbe parlare con molta più precisione un metallaro esperto.

Gli anni novanta sono stati quelli del “crossover”, dell’incrocio tra sonorità e concept, che sviluppò una miriade di episodi underground. Un universo immenso dal quale si possono citare diversi nomi: sulla scia dei Marillion gruppi come i Red Jasper, i Galahad o i Legend, mentre negli USA ci sono i Glass Hammer che sfornano dischi tipo “Journey of the Dunedain”. Spostandosi verso il prog-metal si possono nominare gli Ayreon, gli Skyclad e i Symphony X, e naturalmente il filone filo-helloween degli Stratovarius e dei Rhapsody. Il metal più gotico dei Theater of Tragedy può rientrare nel genere, e sicuramente anche le sonorità più estreme alla Summoning (ma qui mi fermo perché non ne so molto).
Da prendere in considerazione gli episodi scandinavi del tipo Sinkadus, Anglagard e Kaipa, nonché le prime perle dei 3rd and the Mortal.
In Italia vorrei ricordare i Dunwich (autori di una trilogia di tutto rispetto) e i Fiaba (folli menestrelli metallici!!).

Ma a parte il rock (e il metal, che ne è un bellissimo riflesso accecante), quali altri generi ci riconducono al fantasy?
Senz’altro la musica classica, senza bisogno di esempi (che poi non saprei darvi visto che è l’unico genere che non riesco a digerire!!!).
La musica italiana ci offre una delle più apprezzabili manifestazioni del genere con il grande Angelo Branduardi. Il “malandrino” nostrano ci ha più volte “confessato” la sua passione per il fantastico.
Nel pop mi tocca a citare Enya, che non amo molto. Tra le ninfe col microfono preferisco la Lisa Gerrard dei Dead Can Dance (che però ci ha un po’ stancato con la melodia del Gladiatore).
Per quanto riguarda il Jazz, di cui peraltro non so molto, mi piace pensare che Allan Hollswort sia legato al Fantasy. Forse perché è anche un artigiano della birra, non so se mi spiego…

Del blues ne abbiamo già accennato con i Deep Purple e i Led Zeppelin. Direte voi, non hanno certo un sound alla Hooker o alla Clapton, ma il tocco è quello, è inutile negarlo. Gli stessi Jethro provengono dal blues, come dimostra il loro album d’esordio, e tra gli assoli flauteschi del meraviglioso Ian, è facile avvertire reminescenze di quel genere anche nei lavori successivi.
Ma come ho detto all’inizio, non esiste un vero e proprio genere Fantasy, e anche se testi e melodie ce lo possono far sovvenire, non è detto che le nostre percezioni dell’immaginario (che è qualcosa di veramente personale) si trovino d’accordo. Voglio dire che in linea di massima un pezzo come “Ballo in Fa diesis minore” del Brando dovrebbe ricondurre al Fantasy, ma non in assoluto.

Quando lessi la trilogia di Shannara (Terry Brooks), avevo 16 anni e ancora non ero un grande appassionato di musica. Quel meraviglioso viaggio (non ridete, che ancora non sapevo cosa fosse Il Signore degli Anelli) fu accompagnato dalle note di un disco di Tanita Tikaram, decisamente inopportuno potreste pensare. Invece quelle sonorità facili e un po’ etniche accompagnarono magnificamente quel viaggio, e ancora oggi, quando ascolto un pezzo di quel disco, riesco ad immergermi nuovamente nelle sensazioni regalatemi da quella lontana avventura.
Questo per dimostrare che si può davvero viaggiare sulle note di qualsiasi sound, basta trasformarle in quel Pegaso Alato nostro amico, che ci accompagna ogni volta nelle nostre terre di sogno.

Ma ecco qui sotto i cinque album più belli che reputo “Fantasy” della storia della musica.

1. A Trick of the Tail GENESIS
2. The Minstrel in the Gallery JETHRO TULL
3. La Pulce d’Acqua ANGELO BRANDUARDI
4. Kings of Metal MANOWAR
5. Kveldssanger (Il 3° acustico degli Ulver per intenderci)

Ne ho dimenticati troppi, ma è una lista un po’ così, tanto per toccare un po’ di generi diversi.
D’altra parte non ho mai amato fare classifiche!!

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